Dopo la lettura di “San Francesco” di Alessandro Barbero abbiamo chiesto alla nostra esperta di fonti francescane, Stefania Theodoli, di leggere anche “Francesco” di Aldo Cazzullo. Già dalle prime righe capirete come è andata… Vi lascio al suo commento in questo post!
Dopo Barbero, è noia
“Lo dico subito, il libro non mi ha appassionato. Non lo conserverò nella biblioteca tra i libri sul francescanesimo; lo regalerò a chi voglia conoscere la vita di San Francesco, da leggere senza troppa concentrazione.
Ho finito di leggere pochi giorni fa il “San Francesco” di Alessandro Barbero, e ho impiegato un mese intero per farlo, pur conoscendo abbastanza bene il Medio Evo.
È nata – quindi – spontanea una riflessione: ognuno deve saper fare il proprio mestiere, con umiltà e competenza.
Barbero sa fare – bene – il mestiere di storico, Cazzullo, altrettanto, il giornalista; entrambi hanno uno stile fluido e di facile comprensione. Entrambi sono abili divulgatori, ma le basi su cui si poggia il racconto sono molto diverse.
E si avverte, da subito.
Storico vs giornalista
Alessandro Barbero, in quanto storico, è stato in grado di scrivere la biografia di San Francesco partendo dalle fonti, e lo ha fatto in modo chiaro, esaustivo e competente. Aldo Cazzullo ha cercato di entrare nei panni di uno storico, ma – a mio avviso – con risultati scadenti.
A cominciare dal titolo.
Una figura carismatica che ha plasmato un secolo e rivoluzionato il modo di pensare, agire, credere di un’Era storica, non può essere “sottotitolato”. Non ne ha bisogno.
Le specifiche “italiane” con cui Cazzullo esordisce – la letteratura, la pittura, il teatro, a mio avviso sono fuorvianti, parlando di un uomo che ha sovvertito i “dogmi” del vivere medioevale, uscendo da quel mondo per entrare in un nuovo mondo, fino alla santità.

La dimensione della santità
E la santità ha valore universale, senza confini geografici o identitari.
Sarebbe stato sufficiente “San Francesco” , come la Storia lo riconosce, ma Cazzullo – appunto – non è uno storico.
È vero, le fonti sono citate, ancorché in modo prudente, ampliando però il loro contenuto con esempi riferiti ai tempi correnti.
Facilmente condivisibile è il ricordo, da parte dell’Autore, della scelta del precedente Papa di volersi chiamare “Francesco” (unico nella Storia della Chiesa). Assolutamente discutibile, invece, il riferimento al nome dell’attuale Papa (Leone), come l’amico più fidato del Santo di Assisi; personalmente ritengo che questo Papa non abbia nulla di “francescano”.
Paragoni forzati
Come il titolo non sia stata una scelta felice, lo si evince dalle stesse perplessità dell’Autore, che è consapevole di un azzardo. Analogamente, ritengo un azzardo l’esordio del libro, che presenta Buddha, Gesù e Francesco, come i tre più grandi uomini di tre millenni, forse con un po’ troppa semplificazione, paragonando alcuni episodi delle loro vite.
In sintesi, un libro scritto bene, di facile lettura, di chiarezza espositiva, ma di poco valore intrinseco, per comprendere fino in fondo la grandezza di San Francesco, e la propria capacità di “ricostruire” quella chiesa universale che stava per essere erosa dalle eresie, con la sola forza della testimonianza evangelica e della fede. “
Stefania Theodoli
Concludendo
Eccomi, torno a riprendere la parola dopo avervi lasciato il tempo di leggere questa nota, decisamente incisiva, sul libro di Cazzullo.
Personalmente, quando in libreria ho visto i due libri affiancati, appena usciti, dapprima ho pensato: ma tu guarda che accoppiata e subito dopo ho pensato che non avrei avuto dubbi su quale dei due leggere. Barbero, ovviamente.
In un’epoca in cui la preparazione di noi umanisti, di noi archeologici, che siamo di fatto storici che non disdegnano le fonti materiali, è totalmente svalutata, l’idea che chiunque si svegli la mattina, dagli appassionati ai giornalisti tuttologi, pensi di poter fare storia, mi indispone non poco.
E ripeto, non il divulgatore, ma proprio lo storico.
Non ne faccio mistero e ne scrivo sui giornali perché credo si debba sapere che così come gli archeologi non si azzardano a compiere un trapianto di cuore, così mi aspetto che un medico, o un giornalista, non si metta a fare lo storico per diletto.
O meglio, lo può pure fare, ma i risultati saranno scadenti. E infatti. Ci sono felici eccezioni, ma io tengo fermo il punto che per divulgare un tema è necessario averlo studiato molto, molto bene.
A voi, dunque la scelta: se volete un libro che vi racconti il vero Francesco, optate per Barbero. Sarà complesso, d’accordo, ma almeno saggerete quanto la stessa ricostruzione della vita del santo è opera complessa, perché tali e tante sono le fonti che ne hanno parlato, alcune già influenzate dalla caratura del personaggio. Qui trovate la nota di Stefania Theodoli già pubblicata sul blog.
Se invece volete un libro leggero, facile, che vi ‘intrattenga” su San Francesco, ma che non vi restituirà un briciolo della reale complessità storica del personaggio, allora c’è Cazzullo. Ma io mi sento di consigliarvi Barbero, anche perché è talmente bravo che troverete sicuramente ulteriori contenuti sul tema, come ad esempio questo video su YouTube che mi ha mandato la nostra sostenitrice Ivana.
In fondo, se ci concediamo un buon libro, come un ottimo vino o un prelibato formaggio, è perché fin dall’acquisto ne pregustiamo i sentori e mentre assaggiamo, comincia il nostro viaggio. Leggere può essere un’attività impegnativa e, per questo, anche un vero godimento, un viaggio, nel tempo e nello spazio, specie dentro di noi, un’esperienza che spalancherà porte su orizzonti ignoti.
Scegliete sempre la qualità e non ve ne pentirete.
Grazie ancora a Stefania Theodoli per la sua nota – e non dite che i Medievisti non hanno passione!
Aspetto i vostri commenti.
A presto, Valeria
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Care Valeria e Stefania. Il caso vuole che proprio ieri sera mi sono dedicato del tempo per me che ho speso leggendo le vs due ultime email.
Seguo Barbero da anni e addirittura la mia banca Intesa propone i suoi podcast ai propri clienti sulla sua rete di distribuzione. Nulla da eccepire quindi su quanto scritto da Stefania sui due libri appena pubblicati.
Resta però il desiderio di difendere un amico che ho imparato a conoscere in questi pochi anni che La7 propone le sue trasmissioni. Riconosco in lui una persona che sembra ancorato temporalmente e fisicamente ai valori risorgimentali e “italiani”. Dove per Italia non intende una nazione delimitata da confini geografici, ma di storia , popolare e civile. Ovviamente credo sia dovuto al fatto che nasce in Piemonte da una famiglia di lunga tradizione.
Mi permetto di evidenziare quindi anche io , come voi, il suo imbarazzo, ma non nel tentare di “fare lo storico”, bensì nel fatto “che cosa altro mi debbo inventare per farvi circolare quel po’ di sangue italiano che dovreste avere nelle vene” e che non si sa dove sia finito.
Se si continua nella direzione in cui stiamo andando, il risultato è ormai certo. Non depone per lo studio, la scienza e la ricerca. Sarà presto un presente sempre più incardinato sul bisogno materiale e sulla soddisfazione personale immediata.
Quindi, forse, a persone che tentano disperatamente di fare ricordare al popolo televisivo e dei rotocalchi che esiste qualcosa che va avanti e indietro nella Storia e che ci appartiene, a noi e non ad altri, almeno il riconoscimento di averci provato gli debba essere dato.
Questo non toglie il grande lavoro che voi stesse fate con le vs pubblicazioni e manifestazioni, ma il numero di persone a cui un personaggio come Cazzullo si può rivolgere è estremamente superiore.
Poiché mi risulta che abita a Palocco, perché lo conosce il giornalaio davanti alla Posta, può essere per voi l’ occasione di incontrarlo e di confrontarvi direttamente con lui. O tramite la sua email.
Avete il medesimo obiettivo e ognuno lo persegue nel modo in cui è in grado di farlo. Magari, se unite le vs forze, il risultato potrà essere ancora migliore.
Un caro saluto. Pasquale.
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Caro Pasquale, grazie per il tuo commento. Siamo sempre lì, qualità contro quantità. La percezione della storia varia molto in base alla strategia narrativa che si usa e alle fonti che si consultano. Ma il passo da una narrazione solidamente scientifica a una storiella senza struttura è breve. Si tratta di scegliere che cosa si vuole ascoltare. Grazie ancora per le tue osservazioni e una buona giornata a te, Pasquale 🙂
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