Domenica 6 ottobre 2024 un’altra pagina di archeologia pubblica è stata scritta all’area archeologica di Carsulae, nell’ambito del Festival “La valle Incantata”.
Durante una sessione di “Museum Talk” abbiamo raccontato le tecniche costruttive e la decorazione architettonica dell’antica città romana, in una visita a più voci coordinata con gli archeologi in forze in questo piccolo gioiello – sì, un gioiello – ai piedi del Monte Torre Maggiore.
In questo post vi racconto quali muri e quali rivestimenti abbiamo raccontato e quali sono state le voci protagoniste dell’evento.
Un’area archeologica viva e radiosa

Quando si arriva all’area archeologica di Carsulae, dal parcheggio turistico, la prima sensazione potrebbe essere un certo senso di spaesamento: dov’è la città?
Soltanto dopo aver sceso una scala verso un sottopasso e percorso un sentiero che taglia i campi, si giunge finalmente alla biglietteria. E lo spettacolo incredibile che si aprirà davanti vi lascerà senza fiato.
Letteralmente.
Questa è la prima magia di cui sarete i fortunati protagonisti. In buona sostanza, vedrete davanti a voi i resti biancheggianti della città romana di Carsulae, immersi in un paesaggio verde, silenzioso, vasto e, inaspettatamente familiare.
Un sentiero in discesa vi condurrà alla quota dell’antica via Flaminia e subito vi troverete catapultati nel passato, in un viaggio meraviglioso nel tempo e, al contempo, nella natura.
Spettacolare.
Da Roma a Carsulae con ‘Muri per tutti’.

L’avventura di “Muri per tutti” ci sta riservando non poche e bellissime sorprese.
Dopo la prima esperienza-pilota con una Istituzione culturale a Portus, sperimentata grazie all’intuizione della collega Marina Lo Blundo per il Parco Archeologico di Ostia antica, è arrivata la proposta dall’area archeologica di Carsulae di fare una sessione “Muri per tutti” nell’antica città romana, dove le strutture murarie sono tante e diverse e, soprattutto, sono ancora magnificamente apprezzabili in alcuni edifici, come il teatro, l’anfiteatro e la chiesa medievale dei Santi Cosma e Damiano.
La mia curiosità, nutrita dalla collega Claudia Costantino, che ha dedicato molti anni di ricerca e tutela alla città di Carsulae, mi ha spinto a visitare questo sito a me sconosciuto qualche tempo fa. Ne avevo parlato su Instagram, con storie in diretta e post e la risposta della community fu di grande curiosità ed entusiasmo per il fatto di poter visitare a distanza un sito archeologico così bello e poco noto.
A quell’incontro ne è seguito un secondo, entusiasmante, durante il quale insieme a Claudia ho avuto il piacere di conoscere personalmente Valerio Chiaraluce, e di ritrovare Alessandro Peppucci, archeologi dell’Associazione Astra Odv, impegnata dal 2012 nella ricerca sul campo.
Insomma, nuove amicizie, tanti scambi fruttuosi con i colleghi umbri, meraviglie a non finire dagli scavi e, soprattutto, un’accoglienza calorosa che porterò sempre nel cuore.
E ho pensato: la fortuna mi ha baciata.


“Museum talk” per il Festival “La valle incantata”

Ma il meglio doveva ancora arrivare. A un certo punto, quella curiosità nata sui social si è evoluta in una proposta professionale da parte della direttrice dell’area archeologica, Dr. Silvia Casciarri, per una mattinata “Muri per tutti” all’interno di una strepitosa manifestazione quale è il “Festival della Valle Incantata” promosso da Comune di Terni e curato da Amodì Servizi Educativi, animato da un fitto calendario di eventi culturali uno più bello dell’altro.
Wow.
E così, “Muri per tutti” si intreccia al territorio umbro, ad un sito archeologico spettacolare come Carsulae e a un team di professionisti capaci di offrire in egual misura grande professionalità e calorosa accoglienza.
Era destino! E quindi, via al Museum Talk.
‘Muri e marmi’ con Alessandro Mortera.

Vi sto raccontando tutto questo affinché sappiate come nasce, o può nascere, un evento “Muri per tutti”. L’idea iniziale era di parlare solo delle tecniche edilizie, che, per carità, ce n’è tante e particolarmente ‘succulente’ per il mio appetito di stratigrafa.




Ma poi, ripensando a quei marmi allestiti nella chiesetta medievale che avevo visto in sopralluogo con Claudia Costantino e Alessandro Peppucci, ripensando a quella quantità di frammenti di reimpiego nella chiesetta medesima, e pensando che sarebbe stato molto più bello parlare di muri insieme con Alessandro Mortera nell’ambito del nostro percorso di ricerca sulle pareti e i loro rivestimenti, intrapreso proprio in chiave divulgativa con “Muri per tutti”.
E così le voci sono diventate due, da Roma. E si sono aggiunte a quelle del team di Carsulae, in un vero e proprio concerto archeologico !
Carsulae e la sua storia.

Ora andiamo al sodo, parliamo di Carsulae.
Siamo sulla via Flaminia, in territorio umbro ai piedi del Monte Torre Maggiore.
La Flaminia, inaugurata nel 220 aC, attraversa il centro Italia attirando a sé numerosi centri di potere, con funzioni non necessariamente residenziali, talvolta, invece, principalmente pubbliche e di intrattenimento.
Se oggi possiamo passeggiare per l’antica Carsulae e comprenderne lo sviluppo topografico, è soprattutto grazie agli scavi condotti dal Sovrintendente Umberto Ciotti tra gli anni 50 e 70 del Novecento. I suoi furono scavi di ricerca, certo, ma condotti con un metodo non ancora perfettamente stratigrafico e dunque rapidi nella loro esecuzione ma non sistematici nella produzione di una documentazione analitica della stratigrafia. Se quindi, da una parte, abbiamo la fortuna di poter visualizzare la strada romana che taglia in due la città, la piazza del foro, i tetrapili di accesso rimessi in piedi, il teatro e l’anfiteatro, e molto altro, dall’altra manca un riscontro puntuale sulle dinamiche di distruzione e abbandono del sito.
Il senso è che ci sono ancora molte domande alle quali dover rispondere, augurandoci che la prosecuzione degli scavi possa ulteriormente illuminarci sulla storia del sito, anche se gran parte della rimozione irrimediabile dei deposti nell’area del foro sia già avvenuta.
Un eccellente lavoro di edizione, sia dei taccuini di Ciotti, sia dei materiali dello scavo, è stato fatto recentemente dagli archeologi della Associazione Astra: un lavoro minuzioso che consente di rileggere oggi, in totale autonomia, i frutti di quegli scavi fondamentali.
E le domande che ancora oggi ci poniamo, nascevano già in una delle prime pubblicazioni scientifiche, come quella di Alessia Morigi sulle origini della città e sul suo impianto urbanistico dall’età repubblicana al medioevo.
Proviamo ora a sintetizzare le fasi costruttive principali.
La prima fase: tarda repubblica


A Carsulae succedono cose particolari. La città nasce lungo la strada, questo è certo. Una strada importante come la Flaminia non poteva che attrarre una comunità. Non si sa, però, se la città sia nata per una volontà amministrativa o per naturale aggregazione di residenti nelle aree limitrofe. Sta di fatto che intorno al II-I secolo aC sorge un ‘polo’ lungo la Flaminia, forse un tipico punto di sosta attrezzata (mangiare, dormire, lavarsi, cambiare i cavalli), fra i tanti disseminati lungo le vie consolari.
Un edificio, proprio a bordo strada, oggi accanto alla chiesa medievale, ne sarebbe la traccia.
La seconda fase: età augustea (dal 27 a.C. al 14 d.C. e oltre)






E poi arriva Augusto. Come in tante altre storie di conquista sul suolo italico, tra l’età e di Cesare e l’esordio del principato augusteo si assiste a una generale riorganizzazione amministrativa del territorio. Si fondano colonie, si impiantano centri di controllo amministrativo, si istituiscono aree attrezzate per i villaggi circostanti.
A quale realtà apparteneva Carsulae? Non si sa esattamente. Non era una colonia; era governata da due notabili detti “duoviri”, diretta emanazione di Roma; in città circolavano personaggi particolarmente in vista, come testimoniano le tombe monumentali della necropoli. L’impegno economico per tirare su questo centro è considerevole. Ma la domanda che ci si pone è : era una città a tutti gli effetti, con quartieri di case e residenti in pianta stabile, oppure era una di quelle località dove ci si riuniva per andare al foro, divertisti a teatro tornando poi a dormire nel proprio villaggio?
Questa è una delle domande aperte e tale resterà finché non saranno individuati i quartieri residenziali.
Aggiungiamo che, da quel che abbiamo ascoltato dalla viva voce degli archeologi della Associazione Astra Onlus, il monumentale impianto del ninfeo che si snoda su terrazze fino a valle e che si raccordava, alla quota del foro, con una vasta e ricca domus, dotata anche di un impianto termale, sembra potersi datare proprio all’età augustea. Ma su questo attendiamo ulteriori precisazioni con il proseguimento delle indagini sul campo.
A questa fase dobbiamo anche collegare i magnificenti resti dei sepolcri lungo la via Flaminia, tra i quali il mausoleo circolare della Gens dei Furi, tra le più antiche e in vista del tempo, le cui dimensioni e la cui forma richiamano senza troppi scrupoli l’imponente Mausoleo di Cecilia Metella sulla via Appia. La necropoli purtroppo non l’abbiamo vista nel nostro primo sopralluogo, ma speriamo possa essere il primo argomento di una futura sessione a Carsulae!
La terza fase: età flavia (69-96)




L’età augustea ha un suo naturale ‘strascico’ fino a Nerone (morto nel 68 d.C.), in quella che si chiama normalmente età giulio-claudia. Successivamente, sarebbe attestata una importante fase di monumentalizzazione risalate ai Flavi, i successori dei Giulio – Claudi, ve ne ho parlato di recente nel mio ultimo video su Youtube dedicato alle Grandi Famiglie della Roma Imperiale.
I Flavi, in particolare il capostipite Vespasiano, sarebbe stato spalleggiato dai Carsulani nella lotta per il trono e così, per ricompensa, si ritiene che vi sia stato un investimento economico e monumentale importante in città. Sembra che proprio il grande anfiteatro, ‘calato’ all’interno di una dolina naturale, abbia in parte decurtato la Porticus Pone Scaenam del teatro augusteo, andando, tuttavia, a comporre una combo vincente nel mondo romano: teatro-anfiteatro.
E poi, il II secolo?
Ecco, qui entra in campo la mia visione di archeologa dell’architettura, per cui vi dico quello che i miei occhi hanno visto ma che al momento non trovano riscontro nell’edito, se non in un piccolo nucleo di bolli su tegole databili al II secolo.
Nell’area del teatro e dell’anfiteatro c’è una evidente presenza di opera mista di reticolato lapideo e mattoni, che altrove sarebbe stata subito e senza dubbio assegnata al II secolo. Perfino l’anfiteatro mi ha fatto subito pensate a quello di Lutetia/Parigi, visitato questa estate, costruito alla stessa maniera e datato a Traiano.
Speriamo di poter approfondire questo tema, personalmente me ne sono occupata negli ultimi tempi lavorando su Ostia e quindi mi pare di poter riconoscere le tracce di Traiano quando lo vedo!
Ciò per dirvi che Carsulae è un mondo meraviglioso tutto da scoprire e dove sono certa non mancherà occasione per tornare e continuare a studiare.
E ora un pò di ricordi !
Vi lascio una carrellata di fotografie dell’evento del 6 ottobre, così che possiate ricordarlo, se ci siete stati, o farvi coraggio ad andare a Carsulae se ancora non l’avete fatto.
Grazie per avermi seguita fin qui, ci sentiamo presto. Valeria 💜








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